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Storia della Katana

Karate and Culture
Storia del Katana

La Katana è un’arma antica con una storia che rispecchia in pieno la particolarissima cultura giapponese.
In occidente ha acquisito un’aureola quasi mitica, da molti viene erroneamente considerata la spada “perfetta” e questo a discapito delle analoghe lame occidentali che vengono, a torto, ritenute inferiori da ogni punto di vista. In realtà la Katana va smitizzata e vista per quello che è realmente.
Per comprendere la nascita della Katana e la sua evoluzione bisogna necessariamente esaminare la storia della cultura che l’ha prodotta.
Il Giappone è un’isola posta letteralmente ai confini del mondo, questa sua posizione defilata gli ha permesso di autoescludersi dal mondo esterno, di conseguenza se questo da un lato ha limitato il progresso tecnologico e tecnico, dall’altro lato ha permesso di raffinare e specializzare al massimo determinate arti, una delle quali è l’arte della forgiatura delle spade. Di conseguenza ecco che le spade giapponesi hanno mantenuto più o meno le stesse proporzioni e la stessa conformazione nell’arco dei secoli senza beneficiare dello sviluppo in termini di geometria, bilanciamento, paramano e proporzioni che hanno invece caratterizzato le corrispettive armi occidentali. In pratica in Giappone, per dei secoli, ci si è dedicati al perfezionamento di un singolo tipo di spada, migliorandone ossessivamente la fattura e sviluppando le tecniche metallurgiche alla continua ricerca della perfezione.
Spesso si fa confusione fra questi due termini. In Giappone, la parola “Katana” significa semplicemente “Spada”, per cui anche una spada occidentale viene chiamata Katana, ciononostante, si è presa la consuetudine di indicare con quel termine anche un tipo particolare di spada, comparsa in Giappone intorno al periodo Muromachi (1350) e che sarebbe stato in realtà più corretto chiamare “Uchigatana”. La spada nipponica ha attraversato infatti tre lunghi periodi nei quali ha preso altrettanti nomi:
1. Joko-To (…-782): Le JokoTo sono le spade più antiche, forgiate in epoca arcaica, rettilinee, ad un solo taglio e senza curvatura, ad imitazione delle spade cinesi.
2. Tachi (782-1350) : I Tachi, nel periodo Heian, sostituirono progressivamente le JokoTo, hanno una lama lunga che solitamente si attesta sui 75-80 cm e sono dotati di una notevole curvatura (sori) accoppiata ad un adeguato assottigliamento distale (fumbari) che li rende relativamente leggeri nonostante la loro lunghezza. Nel fodero, vengono portati col filo verso il basso. I Tachi sono armi concepite per la cavalleria, sono progettate per colpire di taglio strisciando sul bersaglio in modo da causare il massimo danno col minimo sforzo. Moltissimi Tachi, nei secoli successivi, furono accorciati e trasformati in Uchigatana. Le lame forgiate nel periodo d’oro della spada giapponese (il Kamakura) sono nate tutte come Tachi e in seguito convertite in Uchigatana.
3. Uchigatana (1350-oggi): L’Uchigatana, detta anche semplicemente “Katana”, ha iniziato a sostituire il Tachi a partire dal Muromachi per poi sostituirlo completamente nei periodi successivi. L’Uchigatana possiede una lama lunga normalmente 60-75 cm con una curvatura e un assottigliamento distale minori rispetto ai Tachi, nel fodero viene portata col filo verso l’alto per facilitare l’estrazione e per non danneggiare il filo della lama. Sebbene sia possibile usarle da cavallo, sono essenzialmente armi concepite per la fanteria.
Le migliori Katane della storia
Una delle cose che rendono particolarmente affascinante lo studio delle lame giapponesi è che le migliori Katane mai forgiate, a tutt’oggi, sono quelle del periodo antico e cioè le spade realizzate circa 700 anni fa. In seguito i segreti dei maestri forgiatori si sono persi e solo di recente ci si è sforzati di recuperarli, ma nonostante tutto, ancora oggi non si riesce a riprodurre lame di qualità paragonabile a quelle del mondo antico.
Grosso modo, le Katane possono essere così suddivise in base al periodo:
  • Joko-To (645-980) Spade antichissime progenitrici della Katana a lama dritta.
  • Koto (980-1600) Spade antiche, le lame migliori in assoluto, inizialmente erano Tachi, poi sostituiti progressivamente dall’Uchigatana, detta anche “Katana”.
  • Shinto (1600-1867) Spade nuove, prodotte in periodo di pace, corte, leggere, appariscenti e di minore qualità
  • ShinShinto (1868-1912) Spade nuovissime, in questo periodo si tenta di riscoprire i segreti delle spade Koto per produrre nuovamente lame di qualità
  • Gendaito (1912-oggi) Spade moderne, costruite nel primo 900 per i collezionisti e per i templi (relativamente poche in verità)
  • Gunto (seconda guerra mondiale) Spade prodotte industrialmente per gli ufficiali dell’esercito della seconda guerra mondiale, di bassissima qualità
  • Shinsakuto (oggi) Spade contemporanee prodotte oggigiorno, sono grandi e appariscenti, costano molto.
Storia della Katana
  • Joko-To (prima del 980) Queste spade antichissime sono costruite con una tecnologia importata dalla Cina. Hanno un valore storico, ma sono ancora ben lontane dalle Katane in termini di qualità costruttiva. Sono diritte e forgiate con la tecnica di tempratura differenziale.
Heian (782-1180, Koto) Verso la metà di questo periodo, e cioè intorno al 980, inizia il periodo detto Koto, il periodo della Spada Antica. Le lame non possono dirsi ancora delle vere Katane, ciononostante iniziano a comparire le caratteristiche tipiche delle stesse, compare la curvatura a sciabola e le tecniche metallurgiche si affinano. Si tratta perlopiù di spade lunghe costruite per essere usate da cavallo e portate in montatura Tachi (e cioè portate col filo rivolto in basso).
  • Kamakura (1181-1330, Koto) Questo periodo è universalmente considerato il Periodo d’Oro della spada giapponese, da questo momento i samurai presero il potere in Giappone e lo mantennero fino alla caduta del feudalesimo con l’arrivo degli occidentali nel 1868 (in questo periodo visse il più famoso forgiatore di tutti i tempi, Masamune).Il Giappone dovette affrontare i due tentativi di invasione mongola che si risolsero in vittorie soltanto per via della distruzione della flotta mongola da parte di altrettanto provvidenziali tempeste.
    I samurai, come spesso capita alle comunità chiuse e isolate, avevano ritualizzato gran parte della propria vita, guerre comprese e si trovarono spiazzati di fronte al nemico continentale che concepiva un tipo di guerra senza regole, molto più cruento e diretto. Infatti all’epoca, era normale per un samurai, prima della battaglia, presentarsi agli avversari elencando il proprio albero genealogico e le cose importanti che avevano fatto i propri antenati o loro stessi, in questo modo si formavano le coppie per i duelli, in base al rango e all’importanza di ognuno che a loro volta avvenivano in maniera “onorevole” senza aiuti da parte dei compagni. A volte capitava, addirittura, che l’esito di uno scontro venisse deciso da un singolo duello.
    A quel tempo, le spade giapponesi avevano una foggia lunga e curva, con un notevole assottigliamento distale (fumbari) che le rendeva leggere e manovrabili a cavallo con una mano sola.
    Quando però giunsero i mongoli, essi portarono con se corazze di tipo continentale, di cuoio indurito e ricoperto da scaglie metalliche. I samurai dovettero rendersi conto di una terribile realtà: le loro spade erano inadeguate contro codesti avversari, non tagliavano abbastanza e non erano in grado di avere ragione delle corazze nemiche.
    Questi furono anni di grande fermento, lo Shogun e i signori feudali fecero grandi sforzi per tentare di rendere competitive le Katane del proprio esercito, furono incentivati e radunati i migliori forgiatori e la ricerca in questo ambito raggiunse livelli mai visti prima.
    Le vecchie tachi del periodo heian vennero modificate e migliorate da ogni punto di vista e la tecnologia per la forgiatura delle spade divenne una vera e propria arte.
    Vennero sviluppate metodiche che prevedevano l’utilizzo di diversi tipi di acciai, uniti tra loro in modo da conferire differenti proprietà alle diverse parti della lama. Anche la geometria delle stesse venne cambiata, vennero sperimentati differenti modelli di punta (kissaki) e differenti modalità di tempratura allo scopo di garantire un tagliente particolarmente duro e persistente a fronte di una grande elasticità del corpo.
    Verso la fine del Kamakura le spade avevano raggiunto un livello qualitativo eccezionale. Nel corso del secondo tentativo di invasione mongola, nonostante i giapponesi si trovassero comunque a mal partito, i cronisti mongoli rimasero colpiti dalla brutale efficienza delle nuove Katane e a riguardo uno dei loro commentatori scrisse: “ogni volta che una delle loro lame scintillanti viene sollevata in aria e riabbassata, sono tre morti tra i nostri”.
    Il Giappone si preparò quindi a fronteggiare una terza invasione mongola (che però non si verificò mai) cercando di migliorare ulteriormente la fattura delle spade.
    In questo periodo le lame venivano create allo scopo di essere usate in battaglia per cui hanno pochi fronzoli; fu in questo periodo che nacquero le famose 5 Scuole, corrispondenti ad altrettante zone di estrazione mineraria.
    Le spade del Kamakura, in origine, erano tutte lame lunghe in montatura Tachi (da portare col filo rivolto verso il basso), ma nei secoli successivi la maggior parte di queste venne accorciata e convertita in Uchigatana (da portare col filo rivolto verso l’alto), sia per ragioni legislative (delle ordinanze dello Shogun imposero dei limiti alla lunghezza delle spade) sia per ragioni pratiche dato che iniziava a prendere sempre più piede la figura del samurai appiedato, che necessita di una spada più corta e agile. rispetto alla sua controparte a cavallo.
    Verso la fine dell’epoca Kamakura l’imperatore tentò di rovesciare lo shogunato, indebolito dalla guerra contro i mongoli e di riprendere il potere. Ci riuscì, ma uno dei suoi alleati alla fine gli si rivoltò contro, il risultato fu uno scisma dinastico e così, nel periodo successivo, il Giappone ebbe due corti imperiali.

Le 5 Scuole (Gokaden)

Yamashiro
La lame Yamashiro sono relativamente poco numerose rispetto alle lame prodotte dalle altre scuole, sono eleganti, lunghe e leggere, snelle e slanciate; presentano un apprezzabile affusolamento distale (fumbari) allo scopo di ridurne il peso. Il famoso Rai Kunitoshi apparteneva a questa scuola.


Yamato
La scuola Yamato è la più antica delle cinque tradizioni, è rappresentata per lo più da maestri forgiatori legati ai templi, essi realizzavano katane per i monaci guerrieri, per cui esse rispondono unicamente a fini pratici, raramente sono firmate e hanno pochi fronzoli. Le lame Yamato, nel complesso, sono abbastanza simili alle Yamashiro, hanno comunque una costola più spessa per aumentare la resistenza della spada, anch’esse non sono numerosissime. Il migliore allievo di Masamune Go Yoshihiro (nella foto) ne è un eminente esempio.


Bizen
Nella antica provincia di Bizen furono costruite oltre il 70% di tutte le spade nipponiche. La tradizione Bizen è forse la più nota e rinomata, le Katane prodotte a Bizen presentano una notevole varietà in termini di stile, sono comunque solitamente belle ed eleganti e presentano spesso una caratteristica curvatura il cui centro è spostato verso l’impugnatura e che prende il nome appunto di “curvatura Bizen” (Bizen Sori). Sono anche le più imitate oggigiorno.


Soshu
Le lame forgiate secondo i dettami della scuola Soshu sono lunghe, pesanti e spesse, adatte alla vera guerra più che al duello. Masamune (nella foto) apparteneva a questa tradizione.


Mino
A Mino furono prodotte moltissime lame, fu seconda solo a Bizen in questo, le linee guida della scuola Mino prevedevano lame votate alla battaglia, lunghe e massicce, simili alle Soshu.


In ogni caso sarebbe sbagliato ritenere queste definizioni come qualcosa di schematico e chiuso, infatti erano frequentissime le contaminazioni tra stili e non è infrequente trovare, ad esempio, una lama Mino in stile Yamashiro e via così. Vi sono altresì alcune tradizioni derivate (wakimono) che esulano dalle 5 scuole e che presentano stili che pescano un pò di qua e un pò di là tra le varie scuole.
  • Nanbokucho (1330-1389, Koto) Durante questo periodo, la rivalità delle due corti imperiali contrapposte faceva si che ognuna di loro cercasse di prevalere sull’altra anche in termini di mera ostentazione, per questa ragione le lame prodotte in questo periodo raggiungono dimensioni addirittura esagerate visto che vengono costruite anche allo scopo di impressionare.


  • Muromachi (1390-1570, Koto) Tecnicamente parlando, il muromachi comprende anche il periodo precedente (il nanbokucho). Durante il muromachi, lo shogunato perde via via potere a scapito dell’imperatore stesso e dei molti signori feudali che spesso gli si rivoltano contro, questa situazione apre la strada ad un periodo di guerra totale che durerà quasi un secolo. A metà del Muromachi inizia infatti l’era Sengoku (1467-1568) un periodo di guerra detto “Periodo degli Stati Combattenti”. In questa fase vi sono grandi scontri tra eserciti e la produzione di spade ne risente; la produzione di massa abbassa necessariamente la qualità delle lame che ora non vengono più forgiate soltanto per i nobili e per i Daimyo, ma per le grandi masse dei soldati. Per questa ragione le spade realizzate in questo periodo non vengono quotate molto (ed è bene saperlo).
    E’ in questa fase storica che nasce la Katana, come noi la conosciamo. Infatti oramai le guerre non vengono più combattute da gruppi di Samurai a cavallo, ma da grandi eserciti di soldati a piedi. Finisce quindi l’era dei lunghi Tachi e nasce l’era dell’Uchigatana cioè una Katana più corta che si porta infilata nella cintura col filo rivolto verso l’alto, sia per preservare il filo dal contatto col legno del fodero sia per facilitare le tecniche di estrazione rapida.


  • Momoyama (1571-1647, Keicho-Shinto) Durante il periodo Momoyama, nel 1596 termina la lunga fase delle Katane Koto e inizia quella delle Katane Shinto. In questo periodo vengono combattute le guerre di riunificazione volte a riportare i vari signori feudali e i monaci dei numarosi templi alla totale obbedienza. Furono combattute, tra gli altri, dai cosiddetti “tre riunificatori” che ancora oggi sono eroi nazionali giapponesi: il grande generale e stratega Oda Nobunaga, il suo successore Hideyoshi Toyotomi e Ieyasu Tokugawa che infine conquistò il potere assoluto divenendo lo shogun di un Giappone ormai unito e pacificato.


  • Edo (1648-1852, Shinto) Il Giappone esce dal lungo periodo di guerra riunificato sotto lo Shogunato dei Tokugawa. In questo periodo avvenne qualcosa di più unico che raro nella storia del mondo: Lo Shogun Yeyasu Tokugawa, dopo essere giunto al potere anche grazie ai fucili di recente importazione occidentale, ne vietò il possesso e la produzione in tutto il paese allo scopo di mantenere al potere la casta dei samurai che gli era necessaria per mantenere la propria posizione (infatti con un fucile in mano anche un contadino poteva diventare un terribile guerriero). Il Giappone rimase quindi per altri due secoli ancorato al sistema feudale e, nonostante ciò, questo periodo venne ricordato come uno dei più prosperi e pacifici di tutta la storia giapponese.
    Anche le Katane cambiarono, ormai non più utilizzate in guerra, servivano in pratica solo per i duelli e come status symbol, furono quindi man mano accorciate ed alleggerite. Per facilitare le tecniche di estrazione rapida, la curvatura delle lame venne cambiata, mentre negli antichi Tachi essa era maggiore in prossimità dell’impugnatura, nelle nuove Katane, viene progressivamente spostata verso la punta della lama.
    In un primo tempo, le spade prodotte continuano a rifarsi più o meno alle 5 Tradizioni, ma in seguito iniziano a dissolversi in una miriade di stili stravaganti che perdono gli aspetti marziali per privilegiare quelli estetici ed ecco che compaiono lame con Hamon floreali, con doppio filo, con doppio triplo sguscio…
    Sebbene nel periodo Shinto siano vissuti anche dei grandi forgiatori, la maggior parte delle lame ivi prodotte è nettamente inferiore in termini di qualità alle lame Koto. Sarebbe comunque sbagliato ritenere che nel periodo Shinto le lame Koto non fossero più in circolazione, infatti, a seguito all’editto dello Shogun che vietava di portare spade più lunghe di 70 cm agli stessi samurai, molti appartenenti a questa casta ricorsero al “suriage” e cioè alla pratica dell’accorciamento delle lame più antiche del periodo Koto. Queste katane sono solitamente facili da riconoscere perchè mantengono la linea curva elegante tipica dei tachi e presentano numerosi fori a livello del codolo, indice dei successivi interventi di suriage.
  • Gli antichi Tachi venivano accorciati a partire dal codolo (nakago) e trasformati in Katana, venivano altresì praticati dei fori aggiuntivi per fissare la lama all’impugnatura.
    Spesso questa procedura, che prende il nome di Suriage, comporta la perdita della firma del forgiatore.


  • Le prime lame Shinto hanno ancora delle caratteristiche in comune tra loro e in qualche modo si rifanno alle 5 scuole.


  • Mentre in seguito compaiono le cose più strane (hamon floreali, kissaki lunghissimi, sgusci doppi o tripli e altre stramberie).


  • Un altro editto dello shogun impediva a chi non appartenesse alla classe dei samurai di portare lame più lunghe di 60 cm e così spesso questi ultimi si facevano costruire delle spade ai limiti del regolamento, per sembrare comunque dei samurai pur senza violare la legge. D’altro canto i samurai, che ormai non combattevano praticamente più, spesso si facevano costruire delle lame corte e leggere, comode da trasportare, per cui oggi risulta difficile distinguere tra i lunghi wakizashi (il wakizashi è la spada corta) e le corte katane dell’epoca.
    • Età Moderna (1877-oggi, Gendaito) Nel 1854 le “Navi Nere” del commodoro Mattew Perry costrinsero lo Shogun, sotto la minaccia delle armi, ad interrompere il tradizionale isolamento Giapponese e ad aprire trattative commerciali con i paesi esteri. Questi trattati commerciali, che ponevano il Giappone in una condizione di svantaggio, fecero crescere il risentimento della popolazione nei confronti dello shogunato che veniva visto ormai come incapace di rappresentare gli interessi del paese e così, nel 1877, termina il medioevo giapponese con la caduta dello shogunato dei Tokugawa e il ritorno del potere all’Imperatore Meiji.
    Con la fine del medioevo, termina quindi il lunghissimo periodo dei Samurai, l’imperatore dichiarò estinta la loro casta e vietò di portare la katana come parte dell’abbigliamento al di fuori delle abitazioni. Le Katane vengono viste ormai come un inutile retaggio dell’antichità in contrasto con la modernizzazione proveniente dall’occidente, per cui vengono prodotte poche spade, perlopiù per i templi o per i ricchi collezionisti. Si tratta di lame di varia fattura, lo stile più imitato è lo stile Bizen con Hamon variegato.

    • Seconda Guerra Mondiale (1940-1945, Gunto) Con la Seconda Guerra Mondiale, la propaganda nazionalistica dà nuovamente valore alle spade che vengono prodotte in gran quantità per gli ufficiali dell’esercito con materiali e tecniche scadenti. E’ stato addirittura usato il ferro dei binari della ferrovia per realizzarle. Queste spade prendono il nome di Gunto e hanno scarso valore, ciononostante non è raro trovare qualche lama antica in montatura Gunto, infatti capitava a volte che gli ufficiali preferissero andare in guerra con la Katana di famiglia, tramandata da generazioni piuttosto che con una delle lame di produzione industriale fornite dall’esercito.
      Una caratteristica curiosa delle Gunto è la dragona e cioè il fiocco ornamentale. Esso è stato introdotto a imitazione delle sciabole occidentali usate dagli ufficiali, ma senza che ne venisse compresa la funzione. Infatti, lo scopo originario della dragona era quello di, una volta infilata al polso, assicurarvi saldamente la sciabola onde evitare di perderla in caso di urto violento (la stessa funzione la troviamo oggi svolta dal laccio delle moderne fotocamere digitali). Nelle Katane Gunto, invece, la dragona ha dimensioni esagerate ed è inadatta alla funzione originaria, il che fa pensare che i giapponesi abbiano visto nella stessa una semplice funzione ornamentale senza comprenderne il vero significato.


Età Contemporanea (Shinsakuto) Tecnicamente parlando, anche le spade prodotte ai giorni nostri sono delle Gendaito, ciononostante si utilizza il termine Shinsakuto riferendosi a Katane prodotte secondo tecniche tradizionali da un forgiatore ancora vivo. Le Shinsakuto vengono prodotte sotto il controllo governativo che impone ad ogni maestro la produzione di non più di tre spade al mese. Di conseguenza queste ultime sono molto costose, vengono prodotte per i ricchi collezionisti e tendono quindi a seguire le richieste di mercato. In virtù di ciò si tratta spesso di Katane molto appariscenti, solitamente in stile Bizen, grandi e pesanti e con Hamon sgargianti, votate più ad impressionare con la loro imponenza che a portare i colpi fulminei che uno scontro reale richiederebbe.


Il governo giapponese, nell’ottica di preservare l’antica cultura della Katana, ha istituito il NBTHK che si occupa di valutare e registrare tutte le spade giapponesi originali o che, oggigiorno, vengono prodotte mediante le tecniche tradizionali. Il NBTHK, dopo aver esaminato una lama, rilascia un certificato di autenticità in cui viene indicato il periodo di fabbricazione, la scuola di appartenenza e, in alcuni casi, anche il nome del maestro forgiatore. Ovviamente disporre di un certificato NBTHK è un notevole valore aggiunto per una Katana.
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